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- by ezio /
- Categoria: Restauro Mobili antichi a Catania /
- Pubblicato: 27 Aprile 2020 /
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Cinque capolavori scomparsi e mai ritrovati
Johannes Vermeer, Concerto a tre, 1664, Olio su tela 72.5 x 64.3 | Courtesy © Isabella Stewart Gardner Museum | L'opera è stata rubata nel 1990 e non è stata ancora ritrovata
Johannes Vermeer, Concerto a tre, 1664, Olio su tela 72.5 x 64.3 | Courtesy © Isabella Stewart Gardner Museum | L'opera è stata rubata nel 1990 e non è stata ancora ritrovata
Francesca Grego
23/04/2020
A volte ritornano. Non sono pochi i dipinti famosi rubati e recuperati più o meno rocambolescamente, magari quando si era persa ogni speranza. Dello scorso dicembre, per esempio, è il ritrovamento del Ritratto di signora di Gustav Klimt, scoperto a 22 anni dalla sparizione, sotto l’edera che ricopriva un muro della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, da cui l’opera era stata sottratta. E poi l’Urlo di Munch trafugato a Oslo nel 1994 e rimasto solo per due mesi nelle mani dei ladri, l’Arlesiana di Van Gogh rubata e rinvenuta a Roma nel ’98, e perfino la Gioconda di Leonardo, che nel 1911 un ladro sui generis sottrasse clamorosamente dalle sale del Louvre per portarla in Italia. Non sempre l’epilogo è felice. Capita che di un celebre capolavoro non resti che una manciata di fotografie o, se siamo più fortunati, qualche bella riproduzione.
Ecco cinque esempi che hanno fatto storia.
A volte ritornano. Non sono pochi i dipinti famosi rubati e recuperati più o meno rocambolescamente, magari quando si era persa ogni speranza. Dello scorso dicembre, per esempio, è il ritrovamento del Ritratto di signora di Gustav Klimt, scoperto a 22 anni dalla sparizione, sotto l’edera che ricopriva un muro della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, da cui l’opera era stata sottratta. E poi l’Urlo di Munch trafugato a Oslo nel 1994 e rimasto solo per due mesi nelle mani dei ladri, l’Arlesiana di Van Gogh rubata e rinvenuta a Roma nel ’98, e perfino la Gioconda di Leonardo, che nel 1911 un ladro sui generis sottrasse clamorosamente dalle sale del Louvre per portarla in Italia. Non sempre l’epilogo è felice. Capita che di un celebre capolavoro non resti che una manciata di fotografie o, se siamo più fortunati, qualche bella riproduzione.
Ecco cinque esempi che hanno fatto storia.
Caravaggio (1571 - 1610), Natività con San Francesco d’Assisi e San Lorenzo, 1600, 268 x 197 cm, Rubata dll'Oratorio di San Lorenzo nel 1969
La Natività con San Francesco d’Assisi e San Lorenzo di Caravaggio
Era il 1969 quando un manipolo di uomini incappucciati si introdusse nell’Oratorio di San Lorenzo, nel cuore di Palermo, portando via senza ostacoli un gioiello che oggi avrebbe un valore di 30 milioni di euro. L’episodio ha ispirato registi e scrittori, come Leonardo Sciascia che scrisse Una storia semplice, ma il dipinto sembra essere scomparso nel nulla. Si è parlato di un coinvolgimento della mafia e di un nascondiglio in Svizzera, mentre indagini e interrogatori si susseguivano senza risultati concreti. Dal 2015 all’Oratorio di San Lorenzo è possibile avere un’idea della pala di Caravaggio grazie ad una riproduzione ad alta fedeltà realizzata dal laboratorio Factum Arte.
Il Concerto a tre di Jan Vermeer
Quest’olio su tela di Jan Vermeer è considerato il dipinto rubato più prezioso della storia. Eppure per sottrarlo dalle sale dell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston ai ladri è bastato travestirsi da poliziotti e suonare il campanello. Trafugato in una notte del marzo 1990 e valutato 200 milioni di dollari, il quadro non era l’unico obiettivo dei criminali, che portarono via un bottino non inferiore al miliardo. Una taglia di 10 milioni di dollari è ora a disposizione di chiunque possa fornire notizie utili a ritrovarlo. Intanto una cornice vuota segnala l’assenza del dipinto ai visitatori del museo di Boston.
Quest’olio su tela di Jan Vermeer è considerato il dipinto rubato più prezioso della storia. Eppure per sottrarlo dalle sale dell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston ai ladri è bastato travestirsi da poliziotti e suonare il campanello. Trafugato in una notte del marzo 1990 e valutato 200 milioni di dollari, il quadro non era l’unico obiettivo dei criminali, che portarono via un bottino non inferiore al miliardo. Una taglia di 10 milioni di dollari è ora a disposizione di chiunque possa fornire notizie utili a ritrovarlo. Intanto una cornice vuota segnala l’assenza del dipinto ai visitatori del museo di Boston.
Claude Monet, Ponte di Charing Cross, 1901, Olio su tela, Rubato dalla Kunsthal di Rotterdam nel 2012 | Fotografia rilasciata dalla polizia di Rotterdam | Courtesy AP Photo/Police Rotterdam
Il Ponte di Charing Cross di Claude Monet
Fino al 2012 questo paesaggio dall’atmosfera sognante era la gioia dei visitatori della Kunsthal di Rotterdam. Ha preso il volo in soli due minuti in un furto da veri professionisti, insieme a tele firmate da Pablo Picasso, Henri Matisse, Paul Gauguin, Lucian Freud. La pista seguita dagli investigatori ha portato a Bucarest, dove i ladri sono stati arrestati. Nessuna traccia dei quadri però: la madre del capobanda afferma di aver bruciato due tele in una stufa per distruggere le prove che avrebbero incastrato suo figlio. Per nostra fortuna, tuttavia, Monet ha dipinto più di una versione dell’affascinante ponte sul Tamigi.
Fino al 2012 questo paesaggio dall’atmosfera sognante era la gioia dei visitatori della Kunsthal di Rotterdam. Ha preso il volo in soli due minuti in un furto da veri professionisti, insieme a tele firmate da Pablo Picasso, Henri Matisse, Paul Gauguin, Lucian Freud. La pista seguita dagli investigatori ha portato a Bucarest, dove i ladri sono stati arrestati. Nessuna traccia dei quadri però: la madre del capobanda afferma di aver bruciato due tele in una stufa per distruggere le prove che avrebbero incastrato suo figlio. Per nostra fortuna, tuttavia, Monet ha dipinto più di una versione dell’affascinante ponte sul Tamigi.
Jef Van der Veken (1872 - 1964), Copia dei Giudici Giusti, Dal pannello scomparso del Polittico dell'Agnello Mistico (1426-1432) di Hubert e Jan van Eyck, Gand, Cattedrale di San Bavone
I Giudici giusti di Hubert e Jan Van Eyck
Quando, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, i soldati alleati si introdussero nella miniera austriaca di Altaussee, tra migliaia di opere d’arte apparvero in tutto il loro splendore i pannelli di un gioiello del Quattrocento fiammingo. Scampato alle mire di Napoleone e dei nazisti, alla furia iconoclasta della Riforma Protestante, a guerre, incendi e restauri improbabili, il Polittico dell’Agnello Mistico di Jan e Hubert Van Eyck era pronto a tornare al suo posto nella Cattedrale di San Bavone a Gand. Mancava una tavola, sottratta da un ladro comune nel 1934. Un copista si prestò a colmare il vuoto, prendendosi una piccola libertà: dal ’45 uno dei protagonisti del Pannello dei Giudici Giusti ha il profilo di Leopoldo III del Belgio.
Quando, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, i soldati alleati si introdussero nella miniera austriaca di Altaussee, tra migliaia di opere d’arte apparvero in tutto il loro splendore i pannelli di un gioiello del Quattrocento fiammingo. Scampato alle mire di Napoleone e dei nazisti, alla furia iconoclasta della Riforma Protestante, a guerre, incendi e restauri improbabili, il Polittico dell’Agnello Mistico di Jan e Hubert Van Eyck era pronto a tornare al suo posto nella Cattedrale di San Bavone a Gand. Mancava una tavola, sottratta da un ladro comune nel 1934. Un copista si prestò a colmare il vuoto, prendendosi una piccola libertà: dal ’45 uno dei protagonisti del Pannello dei Giudici Giusti ha il profilo di Leopoldo III del Belgio.
Paul Cézanne (1839 - 1906), Veduta di Auvers-sur-Oise, 1879-1880 circa, Olio su tela, 46 x 55 cm, Rubato dall'Ashmolean Museum di Oxford nella notte del Capodanno 2000
Veduta di Auvers-sur-Oise di Paul Cézanne
Sembra uno scherzo o la scena di un action-movie l’impresa che ha fatto svanire nel nulla questo paesaggio post-impressionista di Cézanne. Mentre tutta Oxford dava il benvenuto al nuovo millennio, il 31 gennaio del 1999 un ladro si calava nell’Ashmolean Museum da un foro praticato sul tetto della galleria. Impossibile accorgersi di qualsiasi rumore nel frastuono dei fuochi artificiali del Capodanno 2000. Una festa anche per l’ingegnoso malfattore, che è andato via con un dipinto da 5 milioni di dollari. L’illustre museo di Oxford continua ad essere bersaglio di furti misteriosi: è dello scorso 14 marzo la notizia della scomparsa di un Carracci e di un Van Dyck in un colpo da 10 milioni di sterline.
Sembra uno scherzo o la scena di un action-movie l’impresa che ha fatto svanire nel nulla questo paesaggio post-impressionista di Cézanne. Mentre tutta Oxford dava il benvenuto al nuovo millennio, il 31 gennaio del 1999 un ladro si calava nell’Ashmolean Museum da un foro praticato sul tetto della galleria. Impossibile accorgersi di qualsiasi rumore nel frastuono dei fuochi artificiali del Capodanno 2000. Una festa anche per l’ingegnoso malfattore, che è andato via con un dipinto da 5 milioni di dollari. L’illustre museo di Oxford continua ad essere bersaglio di furti misteriosi: è dello scorso 14 marzo la notizia della scomparsa di un Carracci e di un Van Dyck in un colpo da 10 milioni di sterline.