Una Scultura di Puglisi donata al Museo di Belle Arti di Béziers
Béziers è una sorta di Taormina francese. La città arroccata su un fiume, a pochi chilometri dal mare e dal confine spagnolo, ospita un Museo di Belle Arti da sempre caratterizzato dall’attenzione per le avanguardie: difatti nel 1901 vi esposero un ancora sconosciuto Pablo Picasso e Van Gogh.
Edoardo Puglisi, un artista irrispettoso e spiritoso che, con il baffo vagamente alla Dalì, sa essere un estroso pittore, disegnatore, scultore e fotografo. Edoardo Puglisi è nato a Catania. Proprio il luogo natio vuol rendergli omaggio attraverso la Provincia regionale di Catania che, in occasione dell’esposizione di Béziers, donerà al museo francese una scultura di Puglisi. A presenziare la cerimonia di inaugurazione della mostra – dal titolo “Les éclats d’une Couleur Sonore”, ovvero: l’urlo del colore – sarà il vice presidente della Provincia nonché assessore alle Politiche culturali Nello Catalano. “La scultura che l’Amministrazione Castiglione donerà al Museo di Belle Arti di Béziers rappresenta un Ciclope – ha affermato l’assessore – e sono felice che un personaggio mitico che rappresenta l’Etna e il viaggio di Ulisse, giunga in Linguadoca, una terra dalla storia antica, risalente all’epoca dei Romani che vi impiantarono viti ed ulivi a cui si deve l’incanto naturalistico di quei luoghi. Molti elementi uniscono la Sicilia alla Francia meridionale. Le testimonianze di cultura ed arte, che ne fanno centri affascinanti, sono adesso ulteriormente arricchite dalle opere di Puglisi”.
L’artista catanese ama dire: “L’uomo troppo serio o è senza dentini o nasconde aguzzi canini”. In questa frase è sintetizzato il senso della vita, la poetica, la filosofia, il modo di vedere gli uomini e le cose di Edoardo Puglisi, che ama ritrarsi in pose stravaganti e ci invita tutti a goder del momento che fugge. Come Epicuro nella “Lettera sulla Felicità”, Puglisi invita a gioire la vita, anche nel senso più carnale ed erotico. Non stupirà dunque vedere esposti nella mostra di Béziers chine, inchiostri e foto languidi e provocanti, ma anche smalti che ricordano l’Action Painting e l’espressionismo astratto alla Pollock, coloratissime sculture totemiche, ricche di metafore erotiche, che riportano ai cromatismi usati da Gaudì e Niki de Saint Phalle. “La mostra di Béziers, collocata nelle ampie sale dell’Espace Riquet – ha concluso Catalano – raccoglie 150 opere di Puglisi che dialogheranno con quelle là esposte di Jean Antoine Injalbert, uno scultore rappresentativo della Art Nouveau, una corrente artistica di cui sente il fascino anche il Puglisi, che alla Belle Epoque ha dedicato mostre ed opere”.
Il Puglisi – come afferma il noto critico d’arte Gerard Xuriguera, che ha curato il catalogo della mostra- privilegia la parola sensuale del corpo, l’erotismo positivo ed intelligente ispirato da una donna che è anche la sua compagna di vita: la scrittrice Marie-Claire Delamichelle. Di quest’ultima sono in mostra installazioni e l’opera d’arte vivente “Opera Omnia Munda Mundis”. Il museo di Béziers ha in passato ospitato opere di Mirò, Cocteau, Zadkine, Lhote, Debré, Poliakoff, Viallat, Pierre François, Rachid Koraichi.