Milano - Ottanta opere di Wassily Kandinsky provenienti dalle collezioni del Centre Pompidou sono il tesoro che la rassegna allestita a Palazzo Reale di Milano esporrà dal 17 dicembre al 27 aprile.
Dagli esordi alla maturità il percorso, ordinato cronologicamente, darà vita ad una monumentale retrospettiva organizzata in quattro macro-sezioni che faranno tappa nei momenti capitali della produzione dell’artista moscovita considerato il padre dell’astrattismo.
Il viaggio verso la sintesi tra le diverse forme d’arte che Kandinsky teorizzò, comincerà dagli esordi in Germania, dove l’artista elaborò diversi esercizi sulla forma, sulla forza del colore e sul rapporto con il suono; passerà per il ritorno a Mosca dove spinse le indagini sul colore nei territori della Teosofia; e per il periodo al Bauhaus in cui si dedicò alla parte grafica della composizione, espressa nel celebre saggio “Punto, linea, superficie”; fino ad approdare agli anni parigini dove la sua pittura subì gli influssi degli amici surrealisti e si immerse in un microcosmo di creature biomorfe.
L’autentica sorpresa dell’attesissima mostra è però la prima sala, dove i visitatori si ritroveranno catapultati nell’universo di Kandinsky grazie all’allestimento delle pitture parietali ricreate nel 1977 dal pittore restauratore Jean Vidal: opere concepite e realizzate nel rispetto fedele dei cinque guazzi originali eseguiti nel 1922 da Kandinsky per decorare il salone ottagonale della Juryfreie Kunstausstellung, esposizione senza giuria che si tenne annualmente a Berlino fra il 1911 e il 1930.
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