doratura seconda parte
Già dai tempi più antichi, parallelamente alle tecniche di autentica doratura, si cercò di falsificare e imitare l’oro tingendo argento, piombo o stagno, con decotti e vernici colorate. Numerosi sono i trattati che tramandano complicate ricette, sia in epoca romana che nell’Alto Medio Evo. In questo periodo si diffondono molti ricettari di origine ellenistica che divennero poi il bagaglio culturale di monaci miniatori, pittori e artigiani.
A partire dal Medio Evo, sia in Occidente che in Oriente la doratura diventa una tecnica a sé stante che poteva variare a seconda degli artigiani e dei loro segreti di bottega. I miniatori, ad esempio facevano largo uso dell’”oro in conchiglia”, cioè oro macinato con gomme naturali e steso a pennello sui manoscritti, come fosse un colore ad acquarello. Il suo nome era dovuto all’uso di conservare la finissima polvere nella valva di un mollusco.I sistemi di doratura più diffusi nel Medioevo e nel Rinascimento erano i metodi detti “a guazzo “ e a “missione”.Generalmente l’operazione della doratura era eseguita dallo stesso artista, autore dell’oggetto da dorare; a partire dal Cinquecento sorsero corporazioni di doratori specializzati come quelli parigini per il cuoio.
Durante il periodo Barocco fu in grande auge la doratura dei mobili.
In Francia i primi mobili dorati risalgono allo stile Luigi XIV e tale tipo di decorazione durò fino a tutto il regno di Luigi XVI. In Inghilterra, invece, la moda dei mobili dorati fu più breve, introdotta attorno al 1660 declinò dopo solo un secolo. Anche per i mobili dorati le tecniche più diffuse erano quelle “ a guazzo” e “ a missione” e spesso potevano essere in parte brunite, cioè lucidate, e in parte lasciate opache, per creare contrastanti riflessi.Un metodo più economico di doratura già impiegata nel Medioevo ma che si diffuse soprattutto a Venezia a partire dal XVII secolo, fu quello della doratura “a mecca”. L’origine di tale tecnica risale probabilmente all’antica Cina anche se la denominazione deriva dalla omonima città araba. Questa tecnica fu molto usata per le cornici e consisteva nell’applicare una foglia d’argento laccata in colore oro.
Già dai tempi più antichi, parallelamente alle tecniche di autentica doratura, si cercò di falsificare e imitare l’oro tingendo argento, piombo o stagno, con decotti e vernici colorate. Numerosi sono i trattati che tramandano complicate ricette, sia in epoca romana che nell’Alto Medio Evo. In questo periodo si diffondono molti ricettari di origine ellenistica che divennero poi il bagaglio culturale di monaci miniatori, pittori e artigiani.
A partire dal Medio Evo, sia in Occidente che in Oriente la doratura diventa una tecnica a sé stante che poteva variare a seconda degli artigiani e dei loro segreti di bottega. I miniatori, ad esempio facevano largo uso dell’”oro in conchiglia”, cioè oro macinato con gomme naturali e steso a pennello sui manoscritti, come fosse un colore ad acquarello. Il suo nome era dovuto all’uso di conservare la finissima polvere nella valva di un mollusco.I sistemi di doratura più diffusi nel Medioevo e nel Rinascimento erano i metodi detti “a guazzo “ e a “missione”.Generalmente l’operazione della doratura era eseguita dallo stesso artista, autore dell’oggetto da dorare; a partire dal Cinquecento sorsero corporazioni di doratori specializzati come quelli parigini per il cuoio.
Durante il periodo Barocco fu in grande auge la doratura dei mobili.
In Francia i primi mobili dorati risalgono allo stile Luigi XIV e tale tipo di decorazione durò fino a tutto il regno di Luigi XVI. In Inghilterra, invece, la moda dei mobili dorati fu più breve, introdotta attorno al 1660 declinò dopo solo un secolo. Anche per i mobili dorati le tecniche più diffuse erano quelle “ a guazzo” e “ a missione” e spesso potevano essere in parte brunite, cioè lucidate, e in parte lasciate opache, per creare contrastanti riflessi.Un metodo più economico di doratura già impiegata nel Medioevo ma che si diffuse soprattutto a Venezia a partire dal XVII secolo, fu quello della doratura “a mecca”. L’origine di tale tecnica risale probabilmente all’antica Cina anche se la denominazione deriva dalla omonima città araba. Questa tecnica fu molto usata per le cornici e consisteva nell’applicare una foglia d’argento laccata in colore oro.
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